Com’è andata finora la vendemmia italiana?

La produzione di vino in Italia è calata rispetto all’anno precedente. La pandemia ha portato con sé grosse problematiche, legate in particolar modo alla chiusura del settore alberghiero che, con lo stop al turismo, ha posto un fermo considerevole alla vendita di vino. Questa situazione, unita ad un meteo poco clemente nella buona stagione, con ondata di gelo sotto la media soprattutto nel mese di aprile e un’estate torrida, con periodi di siccità che hanno avuto il culmine nel mese di agosto, ha influito negativamente sulla produzione vitivinicola italiana.

Nonostante questo, i dati raccolti da Ismea a settembre portano una ventata di ottimismo. L’Italia si è presentata alla vendemmia 2021 con i migliori risultati rispetto al resto d’Europa, posizionandosi al primo posto davanti a Spagna e Francia.

Per quanto riguarda i mercati, il rallentamento degli acquisti del settore dell’Horeca è stato colmato da un aumento delle vendite in GDO, segno che molte famiglie italiane non si sono private del piacere di gustare un buon bicchiere di vino nel comfort delle loro case. I prezzi dei vini, inoltre, sono calati rispetto all’anno scorso: del 4% sui vini DOP e del 2% sui vini comuni.

Facendo un rapido confronto tra 2020 e 2021, nel Bel Paese la regione che si pone in testa per perdite contenute e tasso di produttività più alto è il Veneto che insieme a Puglia, Emilia Romagna e Sicilia vanno a comporre il 60% della produzione italiana di vino.

Questo biennio finora ci ha ricordato che al meteo non si comanda, gli unici che potrebbero mitigare il danno dato dalle temperature fuori norma sono enologi e i vignaioli, che, visti i risultati in quest'anno difficile hanno saputo dare prova della loro bravura.

Con il cambiamento del terreno e dell’aria la viticoltura si sposterà sempre di più in laboratorio, affidandosi alle mani dell’enologo.

La scienza della vinificazione, segue tutte le varie fasi dell’uva fino ad arrivare alla realizzazione del mosto, e alla sua seguente fermentazione con il lievito. Ogni fase dovrà essere studiata in base alla composizione chimica del sottosuolo, all’altitudine in cui è posizionato il vigneto, al tipo di uva (rossa, bianca, nera) e alle caratteristiche delle stagioni nelle varie regioni.

Questi studi dovranno essere fatti sia dal lato chimico (anticrittogamici, lieviti, soluzioni di rame) sia in vigna come ad esempio: rivedendo il periodo di potatura delle gemme, l’eventuale uso dei falò (tecnica francese che ha salvato molti vigneti toscani) per proteggere dall’umidità, scegliere sistemi di allevamento che si sviluppino in altezza e non più ad albero (quindi allontanandosi dal terreno) oppure prendere ad esempio altre coltivazioni come quelle dei frutteti che con grandi ventole raffreddano le colture.

Un’ulteriore branca di cui si avvalgono alcuni enologi è quella della biodinamica in cui si cerca di aiutare la pianta di vite ad affrontare da sola i futuri cambiamenti climatici. Alcune tecniche riguardano lo studio delle fasi lunari o l’arricchimento del suolo con dell’hummus per evitare l'impoverimento dello stesso e riducendo lo sbalzo termico tra notte e giorno.

La pandemia ha dimostrato quanto la digitalizzazione possa salvare molti settori, compreso quello del vino che, grazie alle vendite online, per il primo semestre 2021 ha generato una crescita a valore del 351% e del 310% a volume rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, che comprendeva due mesi di lockdown totale (Fonte: Il sole 24 ore). Questi dati non valgono solo per gli acquisti in Italia, ma anche per l’export, con a capo gli USA (+18% valore), seguito dalla Svizzera (+19%) e dal Canada (+13%).

Fonte: ISMEA